Storia

Storia

Gli studi sul movimento hanno origini antiche, risalgono ai Sumeri, Egizi e Maya. Il primo a definire e studiare il movimento degli animali, l’azione dei muscoli e il movimento delle articolazioni è stato Aristotele nel “De Motu Animalium”. A partire dal XVII secolo appaiono i primi studi quantitativi sull’analisi del cammino con Borelli nel trattato fondamentale “De Motu Animaium”. Qui Borelli, attraverso metodi geometrici, descrive e analizza il movimento umano e animale. Il monitoraggio delle funzioni dei muscoli scheletrici inizia con Galvani con la scoperta della bioelettricità. L’avvento della fotografia ha permesso di avere a disposizione un potente strumento per l’analisi del cammino. Nel 1872 Muybridge introdusse per primo la fotografia nello studio del cammino, inteso come fenomeno dinamico naturale. La trasformazione dell’analisi del movimento da qualitativa a quantitativa è avvenuta ad opera di Marey con la creazione della “Cronotofotografia” nel 1888. Con questo strumento fu possibile registrare le varie posizioni di un soggetto in momenti diversi in un’unica immagine. Braune e Fischer, nel 1891, terminarono un’analisi tridimensionale del cammino; sezionando due cadaveri sono arrivati a conoscere la posizione del baricentro e del momento di inerzia di tutti i segmenti corporei. Un uomo con corporatura simile a uno dei due cadaveri indossò una tuta nera con sottili tubi luminosi applicati. Le immagini acquisite con quattro telecamere furono confrontate con quelle di un sistema di riferimento. I calcoli necessitarono di vari anni per essere elaborati: questo fu il primo resoconto dei movimenti delle articolazioni durante le fasi della locomozione.

Nikolai Bernstein con i suoi studi 3D ha introdotto miglioramenti nelle tecniche di registrazione e analisi del movimento. Utilizzando degli specchi, ottenne viste da diversi punti, evitando così il problema della sincronizzazione delle telecamere; tuttavia sono presenti errori di planarità che possono influire nelle misure. La pedana di forza venne introdotta da Jules Amar nel 1916 e diffusa da Eberhard nel 1947: insieme all’elettrogoniometro e ad altri strumenti, è stato possibile studiare il movimento umano in maniera più approfondita e obiettiva. L’introduzione dei computer digitali ha reso le misure automatizzate sempre più efficienti. Con Scranton, nel 1976, appare una tra le prime piattaforme di pressione (baropodometro), basata su delle fotografie scattate sotto ai piedi del soggetto. Con l’elaborazione di queste immagini si sono valutate le pressioni podaliche, con stime qualitative ma non quantitative, nei singoli istanti. Il baropodometro è nato come evoluzione del podoscopio, strumento che consente la visione e la valutazione della pianta del piede in condizioni statiche. In seguito sono stati realizzati diversi sistemi integrati con le videocamere. Il continuo sviluppo dell’elettronica, della telemetria, dei sistemi video, dell’informatica e delle varie tecniche di misurazione sta contribuendo al miglioramento della valutazione qualitativa e quantitativa del cammino.


The Horse in Motion – Muybridge
Introduzione della fotografia nello studio del movimento


Marey – “Cronofotografia”
Cattura delle varie posizioni di un soggetto in un’unica immagine

Braune e Fischer
Studio dei movimenti delle articolazioni durante le fasi della locomozione